Chernobyl
Ho iniziato a seguire la miniserie Chernobyl ( o Černobyl’ come pare sia più corretto) prodotta da HBO e messa in onda da Sky.
Niente da dire, veramente ben fatta (almeno per ora). Mi è sembrata una ricostruzione realistica, con i personaggi ben rappresentati e gli avvenimenti ricostruiti fedelmente, almeno per quanto ne sappiamo noi. Non dimentichiamo che all’epoca dei fatti esisteva ancora l’Unione Sovietica e le notizie erano rigorosamente filtrate dalla censura.
Basti pensare che la notizia stessa dell’incidente venne divulgata solo dopo che in occidente si rileva la radioattività prodotta dalla nube di cenere che si spostava sospira dai venti. Fino a quel momento nulla era trapelato.
Tornando alla serie Chernobyl mi aspettavo la qualità della trasmissione: HBO mi ha abituato bene fin dai tempi di Band of Brothers, forse la migliore serie mai prodotta (insieme a Lost ma si tratta di due casi completamente diversi).
Gli effetti dell’esplosione ed il conseguente dilagare dei livelli di radioattività sono stati resi in modo spettacolare così come il sacrificio dei pompieri e di alcuni dei lavoratori della centrale mi hanno colpito . Non dimentichiamoci che l’incidente di Chernobyl ha causato direttamente 65 morti. Scrivo direttamente per intendere i morti causati dall’esplosione e dalle successive operazione di spegnimento dell’incendio e contenimento dei danni.
In realtà non sapremo mai esattamente quanti sono o saranno i decessi dovuti all’esposizione di radiazioni conseguenti all’incidente di Chernobyl.
L’ ONU stima in 4000 il numero di questi decessi mentre Greenpeace arriva alla mostruosa cifra di 6.000.000 di morti. (vedi questo report)
E’ purtroppo vero un aspetto che a volte non viene citato: uno degli elementi radioattivi che componevano la nube e quindi l’inquinamento radioattivo dovuto all’incidente di Chernobyl era ed è il Cesio-137, un sottoprodotto della fissione dell’uranio che ha un periodo di dimezzamento (o emivita) di circa 30 anni.
Questo significa che, statisticamente parlando, nel 2016 (cioè trent’anni dopo il disastro di Chernobyl) solamente metà del Cesio-137 rilasciato nella nube radioattiva era decaduto trasformandosi in qualche altro elemento. L’altra metà è ancora presente.
Le cause dell’incidente di Chernobyl sono ormai note: un test di sicurezza sull’impianto nucleare condotto male e durante il quale numerose norme di sicurezza furno disattese e che portò ad un meltdown , cioè alla fusione del nocciolo con conseguente esplosione ed incendio della struttura del reattore. Questo aspetto, per ora, non è stato approfondito nella serie di HBO e Sky ma siamo solo all’inizio e quindi è possibile che le cose cambino.
Quello che invece viene sottolineato chiaramente nella serie di HBO è la sottovalutazione iniziale del disastro o la totale mancanza di percezione dello stesso. Convinti che l’esplosione fosse avvenuta in un serbatoio di idrogeno e quindi non coinvolgesse il nocciolo del reattore i tecnici della centrale hanno sprecato tempo cercando di porre in essere delle misure totalmente errate , aggravando probabilmente la situazione.
Altro aspetto interessante è la probabile impreparazione delle squadre di emergenza e dei pompieri ad affrontare l’incidente: li si vede avvicinarsi al nocciolo ormai fuso senza attrezzature protettive e senza conoscenza dei pericoli , uno di loro addirittura raccoglie da terra un pezzo di grafite proveniente dal reattore procurandosi delle gravi ustioni da radiazioni.
Ma quanti, a quell’epoca, sarebbe stati pronti ed attrezzati ad affrontare quel tipo di situazione ? L’incidente di Chernobyl è stato di una gravità tale che probabilmente nessuno, nemmeno nei paesi occidentali, aveva steso piano e possedeva attrezzature per intervenire efficacemente.
Vedendo la prima puntata della serie su Sky mi sono chiesto cosa sarebbe accaduto se lo stesso disastro fosse accaduto negli Stati Uniti od in un paese europeo: non credo che le squadre di emergenza sarebbero state attrezzate molto meglio . Da questo punto di vista quanto accaduto a Chernobyl è stata un’utile lezione per tutti.
A causa del disastro l’intera città di Pripyat venne evacuata e nelle settimane successive venne creata una zona di alienazione che è ancora in vigore tra Ucraina e Bielorussia e della grandezza di circa 2.600 chilometri quadrati. Oggi il reattore di Chernobyl è coperto da uno speciale sarcofago, pensato per contenere eventuali fughe radioattive.
Le aree comprese nella zona di alienazione sono disabitate, anche se, vista la riduzione dei livelli di radioattività,sono oggi visitabili con brevi tour organizzati. Pripyat è rimasta letteralmente ferma al 1986, con le case che presentano ancora gli oggetti originali data l’evacuazione in fretta e furia, e simbolica è divenuta la sua ruota panoramica costruita e mai utilizzata.