Guerra Fredda : alcuni libri e possibili scenari
Sul tema della guerra fredda sono stati scritti innumerevoli libri e girati molti film.
Lasciamo per ora perdere i libri più tecnici sull argomento, quelli di strategia militare o di geopolitica: vorrei citare invece alcuni titoli di “fiction” che mi hanno colpito e che hanno avuto risonanza, essendo appunto libri non tecnici.
Sono quattro i titoli che mi sono restati in mente e che poi, a distanza di anni, ho anche riletto:
- Uragano Rosso (Red Storm Rising) di Tom Clancy
- L’ultima spiaggia (On the beach) di Nevil Shute
- La terza Guerra Mondiale (The Third World War: August 1985) di John Hackett ( di cui esiste anche quello che oggi definiremmo uno spin off : Team Yankee di Harold Coyle)
- War Day di Whitley Strieber e James Kunetka
Il tema di tutti questi libri è l’ipotetico scoppio della Terza Guerra Mondiale, ovviamente fra NATO e Patto di Varsavia.
Nello sviluppare la trama alcuni hanno punti in comune ma ovviamente anche differenze: ad esempio L’ultima spiaggia si svolge a fine anni ’50 , gli altri tre negli anni ’80 .
Una differenza fondamentale fra questi titoli è il modo in cui viene trattato lo sviluppo di una eventuale terza guerra mondiale : a prescindere da quali possono essere i motivi per cui inizia il conflitto il vero tema è come si sviluppa e si conclude .
Abbiamo quindi due visioni completamente diverse : in Uragano Rosso non si arriva alla guerra nucleare e tutto rimane sul piano convenzionale ; La Terza Guerra Mondiale invece presuppone un inizio di guerra nucleare con la distruzione di Minsk e Birmingham con i belligeranti che poi si fermano.
Gli altri due titoli sono invece molto più catastrofisti e presuppongono che lo scambio nucleare sia molto più esteso arrivando a distruzioni estesissime .
War Day è ambientato negli USA subito dopo la guerra dove vaste zone sono state devastate (New York e Washington in primis) ma tutta l’economia è distrutta e gli effetti del fallout continuano a mietere vittime: la ricaduta di particelle radioattive sui campi coltivati distrugge l’agricoltura e causa una carestia . Da qui allo scoppio di epidemie causate dalla denutrizione e dalla debilitazione generale il passo è breve. Ma in generale lo scenario è quello di un mondo che nonostante tutto cerca di ricostruire e ripartire pur far mille difficoltà.
L’ultima spiaggia è invece nettamente più pessimistico : dopo un vasto scambio nucleare avvenuto nei primi anni ’60 una coltre di polvere radioattiva ricopre il mondo e il livello di radioattività è tale da portare la morte di tutti gli esseri umani nelle zone in cui si posa.
All’inizio del romanzo non tutte le nazioni ne sono ricoperte e la vita prosegue abbastanza normalmente in Australia, Nuova Zelanda e sud america . Le correnti ed i venti, però, stanno portando le nubi radioattive verso l’emisfero australe e ben presto si capisce che lo spostamento di questi nubi arriverà a portarle sulle zone ancora incontaminate portando alla morte di tutti gli abitanti : il libro diventa quindi rapidamente il racconto di come un intero continente aspetta la fine e l’estinzione di tutti gli esseri umani.
Da questo libro è stato anche tratto un film con lo stesso titolo ed interpretato da Gregory Peck, Anthony Perkins, Fred Astaire ed Ava Gardner.
Entrambi questi libri sono interessanti e molto ben fatti ma se vi accingete a leggerli tenete presente che non trasmettono esattamente una sensazione di allegria.
In compenso gli altri due si “limitano” ad una guerra convenzionale o quasi (come scritto sopra in realtà “La terza guerra mondiale” prospetta la distruzione di Minsk e Birmingham) ma è interessante il parallelismo nel finale di entrambi.
Si presuppone che essendo arrivati allo scambio nucleare o vicino ad esso (Uragano Rosso) ci sia una forte reazione di paura o in ambienti vicini al comitato centrale dell’URSS o nelle repubbliche non russe dell’URSS. Questa paura porta quasi immediatamente o ad un colpo di stato all’interno dell’URSS od alla secessione e dichiarazione di indipendenza da parte delle repubbliche che compongono l’URSS.
Il risultato finale in entrambi i casi è lo stravolgimento dei vertici sovietici e la conseguente richiesta di cessazione delle ostilità.
Si tratta di soluzioni e di finali abbastanza eleganti e per certi versi “comodi” in quanto limitano la durata di questo ipotetico conflitto a poche settimane : l’alternativa sarebbe stata quella di pensare alla trasformazione del conflitto in una guerra d’attrito su vasta scala, una versione tecnologicamente molto più avanzata della Prima Guerra Mondiale.
A domanda è se questo tipo di scenario fosse realistico e possibile, cosa di cui ho molti dubbi.