La trappola di Volzana
Una delle possibili concause della ritirata di Caporetto, durante la Prima Guerra Mondiale, potrebbe essere stato il piano noto come “trappola di Volzana” ed ideato dal Generale Badoglio. Di cosa si trattava?
Non vi sono prove definitive su questo piano che sembra sia stato ideato dall’allora Generale Pietro Badoglio ma che Badoglio stesso ha poi sempre smentito e disconosciuto: dunque ben poche certezze ma molti dubbi.
In pratica l’idea che stava alla base della Trappola di Volzana predisposta dal generale Badoglio con la complicità del generale Montuori, era di attendere l’attacco nemico (che poco prima della battaglia di Caporetto tutti ormai si aspettavano) e permettere all’esercito Austro Tedesco di raggiungere senza danni la linea di difesa ad oltranza nella zona di Volzana per poi colpirlo brutalmente con le artiglierie ed attaccarlo alle spalle (ecco il perchè di “Trappola di Volzana” ).
Una trappola vera e propria insomma che avrebbe permesso alle truppe attaccanti di oltrepassare agevolmente la prima linea di trincee italiane, sulla quale sarebbero stati schierati di proposito pochissimi uomini, per poi aggredirle alle spalle e vibrargli il colpo di grazia con un contrattacco.
A questo scopo Badoglio (allora comandante del XXVII Corpo d’Armata) avrebbe ordinato alle sue artiglierie di non sparare in caso di attacco nemico e di permettere alle truppe avversarie di avanzare senza opposizione fino a contatto con la seconda linea
Proprio per avere un maggiore controllo della situazione il Generale Badoglio avrebbe ordinato alle artiglierie del XXVII Corpo d’Armata di non aprire il fuoco contro il nemico senza un suo preciso ordine.
Secondo il Generale Alberto Cavaciocchi, comandante del IV Corpo d’Armata, il piano di Badoglio prevedeva che solo nel momento in cui l’avversario fosse giunto in vista della seconda linea le artiglierie aprissero il fuoco per colpirlo .
Resta quanto a proposito dichiarava al Senato il generale Alberto Cavaciocchi nel 1920:
« Sugli intendimenti manifestati dal gen. Badoglio, posso precisare i seguenti particolari: nel pomeriggio del 12 ottobre, in seguito a chiamata del gen. Montuori, che reggeva temporaneamente il comando della 2° Armata, il gen. Badoglio e io fummo convocati nell’ufficio del comandante allo scopo di concordare certi lavori .
Fu durante questo colloquio che il gen. Badoglio manifestò a me il suo pensiero, dicendomi che aveva dato all’artiglieria l’ordine di non sparare fino a che le colonne d’attacco non si fossero serrate contro le linee di difesa di Costa Raunza; che anzi a tal uopo aveva ridotto al minimo l’occupazione della linea avanzata Volzana-Ciginj, in modo da lasciar procedere indisturbato il nemico fino a contatto con la seconda linea. Soltanto allora, sarebbe intervenuto a fulminarlo con l’artiglieria, mentre a rendere decisiva la rotta avrebbe eseguito il contrattacco con la fanteria».
Il generale Badoglio smentì quanto detto dal generale Cavaciocchi, definendo il piano della Trappola di Volzana addirittura come pazzesco.
Ed il generale Cavaciocchi, riascoltato poi dalla Commissione senatoriale, modificò solo leggermente la sua versione sostenendo che quelle espresse da Badoglio erano più che altro idee od intenzioni e che non poteva sapere se Badoglio le avesse attuate e messe in pratica.
Certo che però l’ordine alle artiglierie di non aprire il fuoco fino a disposizione di Badoglio fu emesso.
Il tarlo del dubbio era ormai comunque insinuato e la «trappola di Volzana» resta un punto mai chiarito: si trattò solo di una possibilità che non venne mai attuata od invece il Gen.Badoglio era andato oltre ed aveva diramato degli ordini per attuare questo piano?
L’artiglieria del corpo d’armata del Generale Pietro Badoglio , pur forte di 600 cannoni, rimase infatti del tutto inattiva durante le fasi dell’attacco Austro Tedesco a Caporetto, in ossequio all’ordine emanato da Badoglio stesso.
Comandante di questa artiglieria era il colonnello Alfredo Cannoniere (e qui si potrebbe fare dell’ironia : un comandante d’artiglieria con questo cognome…) che alle prime luci dell’alba dell 24 ottobre 1917, con il fuoco preparatorio Austro Tedesco ormai iniziato, chiese a Badoglio il permesso di iniziare il fuoco.
Badoglio glielo negò ancora, ordinandogli di non aprire il fuoco senza un suo preciso ordine. Aspettava forse il momento giusto per far scattare la famosa trappola e colpire il nemico?
Quindi al momento dell’attacco Austro Tedesco le artiglierie del XXVII Corpo d’Armata tacquero e non stiamo parlando di pochi cannoni : ormai non si può sapere se l’uso di queste artiglierie avrebbe cambiato il corso della battaglia di Caporetto ma di certo avrebbero avuto un’influenza non da poco.
Tutto questo nonostante che Cadorna avesse ordinato che l’artiglieria aprisse un violento fuoco di contropreparazione al momento dell’attacco nemico.
Con lo scorrere delle ore le truppe Austro Tedesche iniziarono a dilagare e le comunicazioni (già abbastanza precarie dutante la Prima Guerra Mondiale) saltarono mentre il nemico avanzava.
Badoglio stesso si ritrovò isolato a causa delle comunicazioni difettose a tutti i livelli, rese ancora più precarie dalle condizioni meteorologiche (pioggia battente e nebbia a valle; bufere di neve in quota) ma anche bloccato sulle strade ormai intasate dalle truppe in ritirata e di conseguenza impossibilitato a comunicare qualsiasi ordine ai suoi sottoposti, comprese dunque le artiglierie che, in mancanza di ordini precisi da parte sua, restarono mute.
A questo punto la situazione avrebbe dovuto suggerire al Col. Cannoniere di agire di sua iniziativa ma se ne guardò bene: non aveva ricevuto alcun ordine atto a prevenire quella situazione e come la stragrande maggioranza degli ufficiali italiani nella Grande Guerra non si prese nessuna responsabilità diretta .
Il Col.Cannoniere era appunto l’ottimo esecutore di ordini voluto dal generale Pietro Badoglio e rimase impettito ad aspettare disposizioni mentre le forze attaccanti sfilarono indisturbate di fronte ai suoi 600 cannoni muti…
La Trappola di Volzana non era scattata ed, ancor più grave, i Tedeschi e gli AustroUngarici avevano sfondato le linee del Regio Esercito e dilagavano nella pianura friulana .
In Italia iniziava la caccia ai responsabili del disastro ma questa è un’altra storia…