Gli angeli di Mons
Il 22-23 agosto 1914, il corpo di spedizione britannico affrontò il suo primo grande impegno nella Prima Guerra Mondiale durante la battaglia di Mons.
Le forze tedesche in avanzata furono respinte dalle truppe britanniche, nonostante queste ultime fossero in netta inferiorità numerica. Tuttavia, essendo aggirate, le truppe britanniche furono costrette a una rapida ritirata il giorno successivo.
La ritirata e la battaglia furono rapidamente percepite dall’opinione pubblica britannica come un momento cruciale della Prima guerra mondiale. Nonostante la censura vigente in Gran Bretagna all’epoca, questa battaglia fu la prima indicazione per il pubblico che sconfiggere la Germania non sarebbe stato così semplice come alcuni avevano immaginato.
Considerando il numero delle truppe tedesche coinvolte, la capacità britannica di tenerle a bada per così tanto tempo sembrò notevole, e il reclutamento nell’esercito aumentò vertiginosamente.
Il 29 settembre 1914, l’autore gallese Arthur Machen pubblicò un racconto intitolato “The Bowmen” sul quotidiano londinese The Evening News.
Il racconto era ispirato dai resoconti che Machen aveva letto sui combattimenti a Mons e da un’idea che aveva avuto subito dopo la battaglia.
Machen, che aveva già scritto numerosi articoli sul conflitto per il giornale, ambientò la sua storia al momento della ritirata.
Tuttavia, si trattava dichiaratamente di una storia di fantasia, un racconto immaginario con elementi soprannaturali in cui gli arcieri inglesi della battaglia di Agincourt (1415) risorgono per difendere i loro connazionali durante la battaglia della Prima Guerra Mondiale.
Il racconto citava la testimonianza di un ufficiale in questo modo:
“La notte del 27 stavo cavalcando lungo la colonna con altri due ufficiali… Mentre cavalcavamo, mi resi conto che nei campi su entrambi i lati della strada lungo la quale stavamo marciando potevo vedere un grandissimo numero di uomini… Gli altri due ufficiali avevano smesso di parlare. Alla fine, uno di loro mi chiese se avevo visto qualcosa nei campi. Il terzo ufficiale confessò che anche lui aveva osservato questi soldati negli ultimi venti minuti ed eravamo così convinti che fossero davvero soldati, che alla fermata successiva uno degli ufficiali portò un gruppo di uomini in ricognizione, ma non trovammo nessuno. La notte poi si fece più buia e non vedemmo più nulla.”
Questo racconto era evidentemente di fantasia, lo stesso autore lo ripetè più volte ma nonostante questo non solo cominciò a circolare come una storia vera ma fu anche ripreso e divulgato su altre pubblicazione. Si diffuse sempre più la voce di questo avvenimento ed addirittura comparvero dei “testimoni” che confermarono gli avvenimenti descritti nel racconto, ampliandoli con altri particolari ed asserendo di averli vissuti in prima persona: un prigioniero morente parlò della riluttanza dei tedeschi ad attaccare le linee inglesi “a causa delle migliaia di truppe dietro di noi”.
Machen ricevette una serie di richieste di fornire prove a sostegno delle sue fonti per la storia subito dopo la sua pubblicazione, da parte di lettori che pensavano fosse vera. Rispose che era completamente immaginaria, poiché non aveva alcun desiderio di creare un inganno.
L’improvviso risveglio dell’interesse per le apparizioni degli angeli a partire dagli anni ’80, soprattutto negli Stati Uniti, coinvolse non solo i cristiani, ma anche coloro che erano interessati alla New Age. Questo fece sì che resoconti acritici della storia degli angeli che salvarono l’esercito britannico a Mons fossero regolarmente pubblicati su libri e riviste.
Allo stesso modo, la storia è spesso utilizzata dagli scettici come un buon esempio di come i credenti nel soprannaturale possano convincersi di cose fantastiche attraverso prove esigue.